La sua firma “Crash”, audace e squadrata, è stata una delle più illustri nelle metropolitane degli anni ’70 e ’80, periodo economicamente difficile per New York, ma eccezionalmente fervido sotto il profilo artistico.
A partire dai primi anni ’80, col riconoscimento del suo lavoro da parte di illustri gallerie d’arte come Fashion Moda e Sidney Janis, Crash inizia a portare l’esplosività dei suoi murales nella cornice più contenuta ma non meno importante delle opere su tela.
Matos ha esposto, nella sua lunga carriera, nei musei e gallerie di ogni continente e le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo.
La rappresentazione dell’occhio come soggetto ricorrente nelle sue opere, fa eco all’occhio dello spettatore, con cui stabilisce una sorta di dialogo.