
Park Eun Sun
Park Eun Sun, artista tra i più rappresentativi della sua generazione, unisce la grande tradizione della scultura occidentale alla sensibilità tipica della cultura orientale creando un mix fortemente contemporaneo.
Il marmo è l’elemento elettivo delle sue opere, colonne bicromatiche che – partendo da terra – si inerpicano come a conquistare il cielo, simbolo di una purezza ascensionale subito infranta, in quanto le lamelle di pietra sovrapposte appaiono lacerate, smembrate, incrinate dallo scorrere inesorabile del tempo che deturpa e corrode la materia.
Dietro la sua opera però c’è sempre l’uomo, il suo stato interiore, la bicromia evidenzia il contrasto fra l’ordine simmetrico della bellezza e la sua instabilità. La ripetizione dei colori significa la dualità degli esseri. La superficie liscia manifesta amore, mentre le fratture e le cavità odio e tristezza. La semplicità delle forme quadrate e sferiche sottende l’istinto genuino degli uomini.
Le recenti sculture di Park (tra le quali spiccano anche degli inediti bronzi), intitolate Condivisione, si richiamano a segmenti di colonne innestati su archi rettangolari, in cui la tridimensionalità spaziale è coniugata alle fratture, alle ferite mai cicatrizzate del tempo, paradigma di brutture e scempi inumani.
Park Eun Sun è nato a Mok-po in Corea del Sud nel 1965 e si è diplomato in scultura sia in patria che presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Vive e lavora a Pietrasanta. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive sia in Italia (ricordiamo quella al Museo Marino Marini di Firenze) che all’estero (in particolare in Corea, Belgio, Germania e Olanda) e sono presenti in importanti collezioni sia pubbliche che private.